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Polonia, l'appello dei tre ex presidenti: "Il governo sta distruggendo l'ordine costituzionale"

Il messaggio è apparso su Gazeta Wyborcza, il mezzo d'informazione più autorevole del Paese. La replica dell'esecutivo: "Accuse assurde"

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BERLINO - Un appello di tre ex capi dello Stato polacchi, tra cui il padre della rivoluzione democratica del 1989 e premio Nobel per la Pace Lech Walesa, invita i cittadini del più grande Paese orientale membro di Unione europea e Nato a mobilitarsi per salvare la democrazia.

L'attuale governo del partito nazionalconservatore PiS (Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e giustizia, al potere con la maggioranza assoluta dalle elezioni del 25 ottobre) sta distruggendo l'ordine costituzionale, avvertono i tre ex capi dello Stato. Sono accuse assurde, ha subito replicato l'esecutivo.

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L'appello è uscito ieri su Gazeta Wyborcza, il mezzo d'informazione più autorevole del Paese - quello fondato dall'intellettuale critico e leader storico del dissenso liberal sotto il comunismo, Adam Michnik - sia sull'edizione online che cartacea, in prima pagina. Il documento, che appare una sfida aperta al PiS guidato da Jaroslaw Kaczynski, al presidente Andrzej Duda e alla premier Beata Szydlo, è firmato, oltre che da Walesa, anche dal postcomunista riformatore Aleksander Kwasniewski, che fu presidente dal 1995 al 2005, e dal liberal Bronislaw Komorowski, che ricoprì la massima carica istituzionale dal 2010 all'anno scorso.

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"Diritto e Giustizia, dopo gli attacchi alla Corte costituzionale e ai media, vuole continuare nelle sue azioni, che stanno distruggendo l'ordine costituzionale, paralizzano il lavoro della Corte suprema e bloccano l'intero sistema giudiziario", scrivono i tre ex presidenti nel loro appello comune. E ammoniscono che la maggioranza "sta approntando nuove misure draconiane". Per cui "occorre che i cittadini si mobilitino per difendere la democrazia coraggiosamente conquistata, e perché chi viola la Costituzione sia chiamato a rispondere delle sue responsabilità".

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Il governo del PiS è stato accusato recentemente anche dal Parlamento europeo, che questo mese ha votato una risoluzione in cui accusa la maggioranza al potere a Varsavia di minacciare il sistema democratico, e chiede al Consiglio europeo di intraprendere azioni politiche precise per contrastare la svolta autoritaria. I punti principali contestati al governo sono:

1. Lo scontro con la Corte costituzionale. L'esecutivo ricusa i giudici supremi nominati dal governo precedente, vuole imporne di sua scelta. E ha stabilito per legge che la Consulta può riunirsi solo a pieni ranghi cioè con tutti i giudici riconosciuti presenti. Quindi, delibere e lavoro impossibili. 2. Controllo sui media. Vaste epurazioni sono state condotte nei media pubblici; la maggioranza minaccia di nazionalizzare i media privati a capitale straniero. 3. Aborto: il governo vuole arrivare al divieto totale in nome delle tradizioni nazionali cattoliche. 4. Censura sulla rete: nuove leggi autorizzano polizia e servizi a controllare per almeno sei mesi, senza mandato della magistratura, dove qualsiasi cittadino o residente in Polonia navighi in internet.       

La polemica monta, e può pesare sul vertice Nato che la Polonia ospiterà in luglio. Nei giorni scorsi, i toni della polemica tra la leadership del PiS e i suoi critici interni ed esterni erano rimasti alti. Da un lato Walesa, l'eroe nazionale che il potere accusa di essere stato in gioventù informatore della Sluzba Bezpieczenstwa, la polizia segreta comunista, ha invitato il presidente Duda a "dimettersi per il bene del Paese", evocando un appello che Gorbaciov, in frequente contatto online con Walesa stesso, rivolse anni fa al discusso presidente russo Boris Eltsin verso la fine del suo mandato.

Dall'altro, in una lunga intervista, Jaroslaw Kaczynski, leader del PiS, ha esortato la maggioranza al potere ad accelerare le misure di cambiamento politico, morale, istituzionale del Paese. E ha affermato che non in Polonia, ma semmai in Germania, la democrazia è in pericolo e "Angela Merkel la sta svuotando".